Mah si dai facciamo una colazione “salutare”: latte e cereali, fette biscottate e yogurt alla frutta. Uno studio osservazionale del Regno Unito, riporta come il consumo di alimenti ultraprocessati sembra essere associato a un aumento del rischio di cancro in generale e a un aumento del rischio di morte per cancro, in particolare per cancro alle ovaie. Il primo studio nel suo genere condotto su quasi 200.000 partecipanti adulti di mezza età nel database della UK Biobank ha mostrato che per ogni aumento di 10 punti percentuali nel consumo di alimenti ultraprocessati, c’è stato un aumento del 2% nell’incidenza complessiva del cancro, un aumento del 19% dell’incidenza del cancro ovarico e un aumento del rischio di morte complessiva, ovarica e per cancro al seno.
Lo studio, pubblicato online il 31 gennaio su eClinicalMedicine, fornisce “la valutazione più completa fino ad oggi dell’associazione tra alimenti ultra-trasformati e il rischio di sviluppare tumori”. I risultati sono particolarmente preoccupanti dato che il consumo di alimenti ultraprocessati è aumentato rapidamente negli ultimi decenni, specialmente nel Regno Unito e negli Stati Uniti, dove questi alimenti spesso superano oltre il 50% dell’apporto calorico giornaliero, ma anche in Italia questi “alimenti” sono sempre più diffusi e consumati. Essi tendono ad essere poco costosi, facilmente accessibili e ricchi di grassi, zucchero, sale e ingredienti artificiali.
Gli alimenti ultraprocessati subiscono una lavorazione pesante durante la produzione e sono chiamati in questo modo perché contengono numerosi ingredienti aggiunti (per esempio sale, zucchero, coloranti, additivi) e inoltre perché spesso sono prodotti dall’elaborazione di sostanze (grassi, amidi eccetera) estratte da alimenti più semplici allo scopo soprattutto di prolungare la conservazione dei cibi o di modificarne le qualità sensoriali. Leggendo l’etichetta di questi cibi ultraprocessati, potremmo notare come, molti ingredienti con cui sono formulati, vengono estratti da altri cibi, come le caseine, il lattosio, il glutine oppure derivano da sostanze che vengono ulteriormente modificate, come i grassi idrogenati, le proteine idrolizzate, le maltodestrine o lo sciroppo di fruttosio.
Esso comprendono: bevande analcoliche e gassate, salse pronte, succhi di frutta, merendine, zuppe pronte, preparati per torte e dolci, gelato, caramelle, ma anche prodotti apparentemente insospettabili, come fette biscottate, alcuni cereali per la colazione, cracker e yogurt alla frutta e veg-burger. In base al sistema NOVA, uno strumento che identifica, nello specifico, gli alimenti cosiddetti ultra-processati proposto una decina di anni fa da un team di ricercatori brasiliani, una fettina di carne sarebbe preferibile a un hamburger vegano, semplicemente perché la prima non ha subito manipolazioni industriali e verosimilmente non contiene additivi alimentari, mentre il secondo è il risultato di un’articolata lavorazione industriale al termine della quale la percentuale di alimento rimasto integro diventa